Si!…No!
..ma io…
Però…
Cosa???!!!!
Quante volte ci è capitato di trovarci a gestire incomprensioni o conflitti al lavoro o nella vita personale, in un mix ansiogeno di tensione e imbarazzo?
E di non trovare le parole giuste pensando a cosa dire e cosa evitare?
Tutto nella norma, non fosse che il rimuginio e i pensieri ripetitivi spesso portano più o meno questi risultati ?
E allora, cosa fa la differenza quando accade, inesorabilmente “l’antipatico imprevisto“?
Se ci pensiamo, già etichettando una situazione come difficile, succede che poi lo diventi davvero, autoalimentando così dentro di noi il pensiero negativo.
Sembra infatti che il nostro cervello abbia la strana abitudine di spendere più tempo a preoccuparsi rispetto ad ogni altra creatura sul pianeta.
Ma cosa c’entrano i “modi” in tutto questo?
Spesso sono più le modalità e l’approccio dell’interlocutore (lo siamo anche noi per gli altri!) che i contenuti sui quali ci confrontiamo, che ci fanno alterare, stizzire o dare addirittura in escandescenza.
E’ importante ricordare che la percezione che noi tutti abbiamo di ciò che ci succede è condizionata dalle attese e dai valori individuali e sociali, e viene influenzata in maniera determinante da fattori culturali, motivazioni personali, e dall’ esperienza passata.
Ognuno di noi porta con sé il suo bagaglio, unico e personale,
ed e’ solo da noi, quindi, che possiamo partire per favorire il processo di fluidificazione della relazione e della comunicazione con gli altri.
Per riflettere su questo, ci spostiamo nello spazio e nel tempo, e vi portiamo a conoscere gli antichi Toltechi, popolo nativo americano dell’epoca precolombiana.
Depositari di un’antichissima tradizione, i loro maestri, chiamati Nagual, tramandarono in segreto la loro sapienza difendendola dall’arrivo dei conquistadores, portando fino ai giorni nostri la Tolteguidad, l’arte di vivere in equilibrio con “i quattro accordi”.
? Primo accordo: sii impeccabile con la parola
Con la parola possiamo esprimere, comunicare e quindi creare gli eventi della nostra vita.
Possiamo usare le nostre parole con rispetto e apertura, favorendo l’armonia intorno a noi; se invece inviamo messaggi pieni di “veleno”, stiamo usando quelle stesse parole contro di noi.
? Secondo accordo: non prendere nulla in modo personale
Spesso i conflitti nascono quando prendiamo le cose in modo personale e ci accaniamo a difendere le nostre ragioni per dimostrare agli altri che sbagliano.
Ci sentiamo offesi e rendiamo spesso grande qualcosa di piccolo, proiettando il nostro sistema di credenze che non ha nulla a che vedere con gli altri e con il loro punto di vista personale.
? Terzo accordo: non supporre nulla
“Neppure il tuo peggior nemico ti può ferire quanto i tuoi stessi pensieri” diceva Buddha.
Supporre significa voler trovare da soli una spiegazione, creando un’immagine distorta della realtà e rafforzandola sulla base di pensieri e commenti personali.
Si finisce così spesso per autoconvincersi di qualcosa che noi stessi abbiamo creato, alimentando equivoci ed incomprensioni.
Ricordiamo…è sempre meglio chiedere che supporre!
? Quarto accordo: fai sempre del tuo meglio
Fare del proprio meglio è un’ottima abitudine.
Ci allontana dai giudizi sugli altri (e su di noi) e ci aiuta ad accettare ciò che succede con consapevolezza e lucidità.
Se diamo davvero valore alle cose che facciamo ogni giorno le sentiremo importanti e assumeranno piano piano un valore diverso.
Quelli che vi abbiamo proposto sono piccoli spunti, potenti nella loro semplicità…
da sfogliare tra le pagine della memoria ogni volta che ne sentirete il bisogno.
Paola Peruzzo