In Inglese si chiamano soft skills e questo termine si associa a qualcosa di leggero, impalpabile e quasi inconsistente.
È proprio quando questa “inconsistenza” si trasforma in valore che si scatenano spontaneamente nelle persone comportamenti che agevolano il miglioramento continuo e condiviso da tutta l’organizzazione.
Esistono varie ricette per portare un vero e proprio cambiamento di mentalità in azienda.
Una di queste è descritta nell’intervista che abbiamo raccolto in Project Officina Creativa direttamente nel nuovissimo Headquarter di Malo.
4 testimonianze, 4 punti di vista differenti sulla formazione incentrata sul metodo Agile e guidata da Nodus HR:
- la prospettiva dell’imprenditore e fondatore di Project Officina Creativa Matteo Lavezzo;
- il punto di vista dell’Academy aziendale con Erica Marzari;
- l’opinione di Andrea Smiderle, partecipante a questo percorso formativo;
- cosa ne pensa il “prof” Massimo Terzo, consulente e docente Agile per Nodus HR.
Project Officina Creativa ha colto la sfida di sostenere il cambiamento in tempi non sospetti (ormai una pandemia fa!) e ha trovato nel suo percorso innumerevoli opportunità di revisione, nuove consapevolezze e cambi di programma.
Con il metodo Agile l’azienda sta sviluppando la. propria creatività nell’affrontare e ottimizzare il cambiamento, utilizzando le proprie risorse anche in modalità del tutto inaspettate ma efficaci.
Ma basta preamboli!
Entriamo nel vivo dell’intervista a Matteo e ai suoi collaboratori:
buona lettura!
1. MATTEO LAVEZZO – Imprenditore
Sei un imprenditore che crede molto nella formazione e continua ad investirci; cosa ti spinge a farlo?
Negli ultimi 4 anni c’è stata una profonda rivoluzione nelle modalità con le quali lavoriamo. Questo cambiamento sta portando un sensibile accorciamento delle tempistiche, anche quelle che riferite allo sviluppo del prodotto.
Oggi il consumatore è abituato alla consegna in tempi strettissimi e negli ultimi anni questa mentalità si è trasferita anche nelle logiche B2B. Di conseguenza il posizionamento sul mercato è dettato non più solo sulla qualità del prodotto (data per assodata), ma anche dal tipo di servizio che offri.
Tutte queste considerazioni hanno spinto l’azienda ad agire tanto sull’efficientamento dei processi quanto sulla cultura del miglioramento continuo.
Implementare all’interno di Project il metodo Agile ha fatto emergere l’esigenza di agire sia sui processi sia sulla creazione di un mindset diffuso e condiviso da tutta l’organizzazione.
Com’è stato trasferito al tuo team questo nuovo mindset?
Quando ho deciso di implementare l’Agile Management all’interno dell’organizzazione, sono partito portando un set molto corposo di strumenti.
Dopo qualche mese mi sono accorto che, non avendo spiegato alle persone quale fosse l’obiettivo della formazione, il percorso intrapreso non era realmente funzionale all’organizzazione.
Come azione correttiva ho istituito uno spazio settimanale di condivisione delle esperienze e delle criticità, coinvolgendo tutto il team.
Questo spazio è diventato un momento fondamentale per creare cultura in azienda in maniera trasparente e condivisa con tutti e ha fin da subito portato a un allineamento autentico rispetto alla strategia e agli obiettivi.
Questa tipologia di assetto organizzativo è infatti basata sulla delega e sull’assunzione del rischio, da parte mia, che le persone possano anche sbagliare ma è anche uno straordinario generatore di opportunità attraverso l’analisi delle situazioni critiche, in un clima di fiducia reciproca e di miglioramento continuo grazie al contributo di tutti.
In questo periodo l’azienda sta affrontando un grande cambiamento (anche di sede) come vi è stato utile il mindset Agile in questo percorso?
Quando abbiamo deciso di affrontare un mercato completamente nuovo, la nostra situazione di partenza era la seguente: consegna di prototipi in 20 giorni con l’obiettivo, già molto sfidante, di consegnare in 10.
Oggi con l’Agile, consegnamo prototipi in 5 giorni e questo è il risultato tangibile di una fattiva integrazione tra mindset e strumenti calati in maniera sartoriale, unita alla capacità di metterli e di metterci in discussione quando necessario per il raggiungimento dell’obiettivo.
Un altro grande beneficio è stato adottare la logica dello sprint, ovvero quel momento all’interno dell’Agile nel quale ci fermiamo, ci organizziamo e ci allineiamo rispetto alle attività e alle eventuali criticità in un’ottica di auto-organizzazione e responsabilità diffusa.
Durante lo sprint vengono anche condivisi gli obiettivi settimanali e discusse le eventuali code di lavoro della settimana precedente, con l’obiettivo di trarre spunti di miglioramento continui rispetto ai processi.
Questi sono solo i primi benefici che, pur se significativi, abbiamo ottenuto da Agile ma, dandosi il tempo necessario, arriveremo a impattare anche sui comportamenti e sulla cultura aziendale.
Passare da consegnare prototipi in 20 giorni agli attuali 5 ha in sé il tema della velocità. Prima, però, citavi l’importanza del fermarsi, che collegamento c’è tra questi due concetti apparentemente antitetici?
Abbiamo imparato che fermarsi è l’attività necessaria per raccogliere il pensiero, confrontarsi e, solo dopo, organizzare le azioni.
Noi lo facciamo con degli stand up meeting di durata controllata durante i quali, in piedi attorno ad un tavolo, si prendono decisioni dopo esserci consultati.
Il senso di questa attività è proprio quello di fermarsi per poi accelerare, sapendo esattamente cosa fare.
Una tua riflessione sull’implementazione del metodo Agile in azienda:
In questo tipo di percorso, le persone sono l’elemento chiave e necessitano di cura e fiducia. Cura perché l’imprenditore ha la responsabilità di sostenere durante il processo tutti i suoi collaboratori e fiducia che il cambiamento avvenga dall’interno di ognuno e si trasformi in valore condiviso.
2. ERICA MARZARI – Head of Project Academy
Com’è arrivato Agile in azienda?
Agile è arrivato in azienda grazie ad alcuni stimoli da parte di Matteo Lavezzo.
Da subito è nato l’interesse per il Lean Thinking e perl’Agile.
Inizialmente il mio timore era che una metodologia codificata minasse la capacità creativa dell’azienda.
Tuttavia, durante il percorso formativo e soprattutto grazie all’applicazione del modello (nelle sue più diverse sfaccettature) mi sono accorta di quanto questa metodologia andasse a limitare pesantemente le “perdite di tempo”, liberando spazi nei quali potersi concentrare sulla componente creativa del nostro lavoro.
Quali sono i benefici concreti che hai riscontrato nell’applicazione del mindset Agile?
Prima di tutto, ho riscontrato una maggiore focalizzazione sugli obiettivi, da quelli macro a quelli settimanali che, attraverso il Kan Ban, sono in grado di monitorare costantemente, interrogandomi ove necessario sulle motivazioni che stanno frenando le attività. Questa modalità di lavoro ha abbassato notevolmente quello stato d’ansia derivante dal non aver ben chiari gli obiettivi e non avere degli strumenti per monitorare la propria auto-efficacia.
Quali sono gli obiettivi dell’Academy Project rispetto alla tematica Agile?
Il primo obiettivo è quello di diffondere, quanto più possibile, la cultura Agile in azienda attraverso la formazione che stiamo portando avanti in collaborazione con Nodus per poter consolidare la cultura del miglioramento continuo.
3. ANDREA SMIDERLE – Head of Administration & Finance
Qual è stata la tua esperienza come partecipante alla formazione su Agile?
L’azienda ha sempre investito molto nella formazione.
Da un lato è un grande beneficio in termini di acquisizione di competenze, dall’altro impone una buona dose di organizzazione nel lavoro. Nel nostro settore, Agile va ad agire proprio su queste competenze, dando strumenti concreti rispetto all’organizzazione del lavoro e alla gestione del tempo.
Qual è stato l’impatto nella tua attività?
La cosa più interessante e stimolante per me è stato proprio mettere in discussione quello che si fa e come lo si fa, cercando un punto di vista nuovo, un approccio diverso, chiedendosi continuamente se ci possano essere delle modalità alternative, stimolando la creatività anche nei lavori che apparentemente non si presterebbero a questo approccio.
Cosa c’è di nuovo nella tua “cassetta degli attrezzi” grazie ad Agile?
L’affrontare le criticità con una mentalità aperta alle possibili soluzioni senza fossilizzarsi sul “problema”.
4. MASSIMO TERZO – consulente e docente AGILE Nodus
Massimo, il tema del “miglioramento continuo” è attualissimo, come si inserisce Agile in questo quadro?
Agile si sviluppa dal pensiero Lean ed è quindi naturale che il tema del miglioramento continuo sia presente in Agile. Uno dei principi del Manifesto Agile dice infatti che “a intervalli regolari il team riflette su come diventare più efficace”; fra i dodici principi questo è forse il più importante ed è la base del miglioramento continuo.
Ad esempio, negli sprint del framework Scrum c’è sempre un momento di “retrospettiva” in cui il team guarda indietro a quello che è successo nello sprint precedente, identifica ciò che è andato bene e ciò che non è andato bene per mettere in pratica delle azioni correttive.
Quali sono i benefici immediati che un’organizzazione può ottenere dall’applicazione di questo tipo di mentalità e approccio?
Da quello che ho visto i vantaggi immediati sono una conseguenza diretta di avere degli individui più motivati che lavorano in team focalizzati al risultato.
Le aziende che fanno proprio un approccio agile sono inoltre più trasparenti con il vantaggio di poter vedere dove risiede il valore come visto dal cliente.
In queste aziende è facile vedere cosa blocca i team e l’azienda e dove invece occorre spingere per consegnare il valore. E questa trasparenza e questa motivazione dei team si può ottenere molto rapidamente, dopo qualche settimana dal lancio dell’iniziativa.
A volte si pensa che standardizzare sia necessariamente omologare, a dispetto della creatività; com’è stato integrato Agile in un’azienda che fa della creatività una delle sue milestone?
Negli approcci Agile si dà grande spazio alle creatività dei team. Si vuole evitare di avere delle istruzioni dettagliate fornite al team di sviluppo o di limitare il pensiero fuori dagli schemi perché si è compreso che le soluzioni migliori in termini di architettura di prodotto e di realizzazione delle funzionalità sono date da team che si autogestiscono. Detto questo in Agile c’è della disciplina per permettere al team di lavorare in maniera efficace, ma c’è anche la possibilità di far evolvere le pratiche utilizzate dal team per raggiungere una maggior efficacia.
Come vengono integrate persone e processi in Agile?
Agile è centrato sulle persone. Per tornare al Manifesto, il primo tra i valori è appunto “individui e interazioni piuttosto che processi e strumenti“.
In Agile diamo spazio alle persone, alla loro competenza e creatività e adattiamo i processi di conseguenza, cercando quello che funziona per un determinato team piuttosto che studiare un processo a tavolino. I processi sono importanti e aiutano i team e le aziende ad essere efficaci ed efficienti, ma è importante saper far evolvere questi processi per non rimanere bloccati da qualcosa che non è più attuale.
Anche qui, il ruolo della retrospettiva è fondamentale.
Ogni giorno ci impegniamo a ricercare nuove modalità per stare al passo, governare i mercati e anticipare il più possibile gli eventi, pensando che tutto questo sia un lavoro in capo ad una persona sola che, con la sua competenza tecnica sarà in grado di risolvere ogni situazione critica.
Eppure tutto questo può essere affrontato con successo dai team, se messi nelle condizioni di poter realmente sciogliere i nodi e trovare soluzioni in autonomia.
Questo è ciò che noi di NODUS HR facciamo per i nostri partner:
li aiutiamo a portare alla luce e a “scaricare a terra” tutto il loro potenziale e la loro forza.
Fabrizio Romano Monarca